31 marzo 2011

Prepararsi ad affrontare il colloquio di lavoro: consigli, strategie, abbigliamento, domande frequenti

Il colloquio di lavoro rappresenta spesso l'ultimo passo verso una possibile assunzione ed è bene presentarsi preparati.
Innanzitutto conviene presentarsi in anticipo all'appuntamento, così da evitare imprevisti per la strada; inoltre, durante l'attesa, si ha modo di accomodarsi, liberare la mente e focalizzare l'attenzione sul colloquio, far passare l'ansia, incoraggiare pensieri positivi nella mente, scambiare quattro chiacchiere con qualcuno, il che aiuta a spezzare la tensione.
L'aspetto fisico e l'abbigliamento fanno la loro parte; meglio ordinati e curati, barba assente o corta (e curata), sorriso (non risata) evidente ma non troppo frequente (a seconda delle situazioni e, meglio, nei momenti interlocutori), atteggiamento rilassato e attento per infondere sicurezza e tranquillità nel nostro interlocutore.
L'abbigliamento deve essere adeguato al tipo di impiego per cui si concorre; non deve essere troppo esasperato ma preciso e consono, non deve distrarre ma aiutare a comunicare la nostra attitudine all'impiego cercato.
Le presentazioni devono essere brevi e formali, stretta di mano, non troppo moscia, con tutti gli esaminatori, guardandoli in volto e dicendo il proprio nome o cognome.
La postura da tenere durante il colloquio deve essere rilassata e vigile: è necessario controllarsi ed evitare tic nervosi o movimenti bruschi e improvvisi, imprevedibili; se c'è un tavolo/scrivania, è meglio stare con la sedia vicini ad esso, magari poggiandovi le braccia oppure tenendole sulle gambe, in maniera composta; non stare sdraiati sulla sedia ma, eventualmente, sporgersi leggermente verso l'interlocutore, in particolare quando si parla. Lo sguardo deve essere indirizzato verso l'interlocutore/i, magari distogliendolo ogni tanto ma evitando di guardare in giro per la stanza o in basso o per terra. Evitare di giocare con oggetti, anche la semplice penna.
Rispondere in maniera precisa e fluida, evitando di fermarsi d'improvviso e di parlare troppo velocemente (meglio esporre con calma e farsi interrompere dall'esaminatore piuttosto che fermarsi da soli). Meglio non inventare nulla ed essere sinceri, soprattutto se abbiamo davanti più di una persona (aumentano le probabilità di fallire), tra cui, ad esempio, qualche esperto del comportamento o uno psicologo, che riescano a smascherarci.
Alla fine del colloquio (tranne nei concorsi pubblici), probabilmente vi diranno la solita frase "le faremo sapere", che non significa niente, visto che, come spesso accade, se non verrete scelti, non vi faranno sapere alcunchè (anche se ci sono delle aziende che rispondono ugualmente).

CONCORSI PUBBLICI
La modalità di selezione mediante concorso pubblico è utilizzata dagli enti pubblici (comuni, province, regioni, ministeri e altre strutture del governo centrale, aziende sanitarie, istituti statali di varia natura, ecc.).
In questo caso, il colloquio, laddove previsto, avviene pubblicamente, quindi chiunque può assistere, a differenza del colloquio con aziende private. La commissione è composta da almeno tre membri e le modalità del colloquio variano a seconda di come si usa fare presso quella particolare amministrazione; spesso, di ciò, non verrete informati. Ad esempio, non necessariamente si procede per domande a voce e alcuni componenti della commissione potrebbero anche fare scena muta, in particolare, nel caso in cui le domande vengano precedentemente scelte e poste in busta chiusa (per motivi di trasparenza), e sarete voi a scegliere la busta, aprirla, leggere e rispondere.
Gli argomenti trattati non sono i più disparati, ma vengono indicati nel bando pubblico; in realtà, come spesso avviene, sono talmente tanti che si può spaziare ampiamente, ma, diversamente dal colloquio privato, non vi si chiedono i vostri hobby, le precedenti esperienze professionali, le vostre attitudini o aspettative; conta solo la conoscenza degli argomenti.

AZIENDE/IMPIEGHI PRESSO PRIVATI
Chi voglia assumere dipendenti può utilizzare criteri arbitrari, che non per forza vengono comunicati. Ad esempio, se si cerca un operaio, può accadere che venga preferito un semplice diplomato senza esperienza, quindi disposto anche a salari o condizioni di contratto più scadenti, e scartato un laureato con competenze sul campo ma, probabilmente con aspirazioni più alte. Anche in questo bisogna avere fortuna. Non c'è obbligo di trasparenza, al contrario di quanto avviene nei concorsi pubblici, in cui, il caso appena descritto, non può verificarsi.
Oltre alle domande riguardanti le vostre competenze, vengono poste domande con cui si cerca di capire la personalità e studiare il soggetto che si sta esaminando. Potreste sentirvi rivolgere domande spiazzanti che vi spingano a rispondere con sincerità, magari soltanto per verificare la vostra fragilità o prontezza. Siate quindi pronti a questa eventualità. Ad esempio, possono chiedervi qual'è la retribuzione che vi aspettate; rispondete con franchezza senza sparare cifre troppo basse o alte visto che questo è un modo di capire come vi autovalutate e quanto vi sentite all'altezza.

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